Intervista a cura di Marisa Jacopino pubblicata su GP Magazine di aprile 2019.
Jeffrey Owen Hanson è un giovane filantropo, artista pluripremiato la cui missione è quella di cambiare il mondo attraverso l’arte pittorica. Ipovedente fin dall’infanzia a causa di una malattia rara, la neurofibromatosi, i suoi dipinti presentano uno stile inconfondibile. Tramite la pittura, Jeff ha trasformato la fragilità del suo corpo in forza per reagire, oltre che in un’attività imprenditoriale. Mentre la sua carriera artistica si consolida con grande successo, lo spirito filantropico che lo anima ha portato più di duecento organizzazioni senza scopo di lucro a beneficiare delle sue opere messe all’asta, il cui ricavato fin oggi è di oltre 5 milioni di dollari. Il prossimo obiettivo per Jeff è quello di raggiungere, all’età di trent’anni, i 10 milioni di dollari. Suoi testimonial, collezionisti d’arte di tutto il mondo, tra cui Sir Elton John, Warren E. Buffett e Dale Earnhardt Jr.
Quando ti è stata diagnosticata la malattia? Avevo sei anni quando i miei genitori seppero che soffrivo di una condizione genetica chiamata Neurofibromatosi di tipo 1 e d’un tumore del nervo ottico. Col tempo, mi hanno istruito sulla malattia. Sono fortunato ad avere una madre e un padre amorevoli e solidali.
A causa della neurofibromatosi, è stato necessario sottoporti a chemioterapia. È in quel momento che hai scoperto di avere il dono della pittura? Dai sei ai dodici anni, ho perso lentamente la vista. Nel mio campo visivo ci sono tanti buchi. È così che vedo, come guardare attraverso un pezzo di formaggio svizzero. All’età di 12 anni, durante la chemio e radioterapia per il tumore al cervello, ho iniziato a dipingere semplici biglietti con acquerelli. Presto mia madre riconobbe in me capacità artistiche. Adoro dipingere colori audaci in insolite forme astratte. Io la chiamo ‘vista per occhi doloranti’.
Hai mai avuto momenti di rabbia? No, mai. Non ho neppure pianto durante la chemio e la radioterapia. Con umorismo, ho chiamato il tumore al cervello ‘Clod’, come una zolla di terra. Abbiamo riso e scherzato su Clod! Ancora una volta, dipende dai miei fantastici genitori il senso dell’umorismo. Il loro atteggiamento mi ha tranquillizzato durante tutto il trattamento.
Pensi che la pittura sarebbe stata presente nella tua vita se avessi avuto un percorso diverso? La pittura è iniziata dall’interno come semplice passatempo. L’ho trovata divertente, un hobby creativo e terapeutico che mi ha tolto dalla mente la chemio e la radioterapia. Non credo che oggi dipingerei se la mia infanzia fosse stata senza diagnosi medica. È probabile che sarei un ragazzo occupato nelle consuete attività sportive. Ma io mi son detto: ‘concentrati su ciò che puoi fare, non su ciò che non puoi fare! Concentrati sulla tua abilità, non sulla tua disabilità’.
Tu puoi vedere e ascoltare il mondo attraverso una sensibilità artistica che esprimi sulla tela con colori straordinariamente brillanti. Cosa vuoi mostrarci attraverso i tuoi quadri? I miei dipinti acrilici dai colori intensi trasformano gli spazi. L’effetto 3-D dell’opera cattura il cuore dello spettatore ‘portandolo in un luogo felice’. Ad esempio, il grande dipinto del papavero rosso, intitolato Siena Style, porta lo spettatore in Toscana. I dipinti sono ispirati ai miei viaggi in tutto il mondo. Ogni dipinto ha una storia, la mia storia. Non volevo essere ‘il ragazzino in fondo alla strada con un tumore al cervello’ e, infatti, la gente mi conosce come l’artista ipovedente che all’età di 12 anni ha donato il suo primo dipinto a un’asta di beneficenza e, venticinquenne, ha ricavato 5 milioni di dollari per la beneficenza. Tutti affrontiamo sfide, è la tua risposta alla sfida che ti definisce.
Cosa diresti ai bambini e ragazzi italiani che soffrono del tuo stesso problema? Sogna in grande! Non abbassare mai il tuo obiettivo. Mira al cielo. Nessuna ambizione è troppo grande, nessun sogno impossibile. Non sottovalutarti. Tutte le grandi invenzioni, innovazioni e risultati sono iniziati con una visione. Trova il tuo dono, concentrati su ciò che puoi fare. Il mio dono è quello di dipingere. Sarebbe potuto essere ‘preparare torte di ciliegie’. Prendi il tuo dono e vola con esso.
Ti piacerebbe testimoniare questa tua esperienza in Italia? Ho viaggiato in Italia. È il mio posto preferito nel mondo. Raccolgo ispirazione da Venezia, dalla Toscana, dalle Cinque Terre e dal Lago di Como. Amo l’Italia e non vedo l’ora di tornare un giorno.
È attraverso la bellezza e l’amore per gli altri che credi si possa cambiare il mondo? Credo che ogni atto di gentilezza aiuti a creare comunità più gentili, nazioni più compassionevoli e un mondo migliore per tutti… anche con un dipinto. Madre Teresa era solita dire: ‘Piccole cose fatte con grande amore cambiano il mondo’. Quanto è vero!
Come definiresti la vita in un solo colore? Il mio colore preferito è sempre stato il viola. Mi piace dire che sto vivendo una ‘vita purple-driven’, caratterizzata dal viola, un gioco di parole tratto dal libro del Reverendo Rick Warren, The Purpose Driven Life (traduzione, La vita con uno scopo).
Nota della redazione
Jeffrey Owen Hanson è deceduto il 20 dicembre 2020, dopo la realizzazione di questa intervista.
Nato il il 30 settembre 1993 con una malattia genetica, la neurofibromatosi, Jeff è divenuto ipovedente a causa di un tumore al cervello all’età di 12 anni; durante la terapia per questo tumore iniziò a dipingere biglietti per appunti e a venderli sul vialetto di casa, donando i proventi alla The Children’s Tumor Foundation. Artista autodidatta, dalle cartoline è passato gradualmente agli acrilici su tela e ha sviluppato il suo stile caratteristico fortemente strutturato e dai colori audaci. All’età di 15 anni, ha organizzato commercialmente la sua attività artistica e ha assunto i suoi genitori come assistenti.
Jeff ha iniziato a donare alcuni dei suoi dipinti alle aste di beneficenza in tutti gli Stati Uniti, portando avanti la sua missione di “cambiare il mondo attraverso l’arte”. All’età di 20 anni era già famoso per aver generato 1 milione di dollari in beneficenza con le sue opere d’arte. Quando un nuovo tumore al cervello, diagnosticato nell’ottobre 2020, gli tolse rapidamente la vita all’età di 27 anni, Jeff aveva generato 6,5 milioni di dollari per oltre 200 enti di beneficenza ed era sulla buona strada per raggiungere i 10 milioni di dollari entro i 30 anni. Jeff credeva che “ogni atto di gentilezza aiuta a creare comunità più gentili, nazioni più compassionevoli e un mondo migliore per tutti, anche un dipinto alla volta”.
L’arte e la filantropia di Jeff hanno attirato l’attenzione di molti amici di alto profilo. Un meraviglioso esempio è stato l’incontro con Sir Elton John all’età di 14 anni. Piuttosto che chiedere qualcosa, Jeff ha consegnato a Elton un assegno di $ 1.000 per la Elton John AIDS Foundation – soldi guadagnati vendendo biglietti. Uno stupito Elton ha ricambiato con una donazione di $ 5.000 alla Children’s Tumor Foundation e un viaggio di prima classe a un concerto a Dubai per Jeff e i suoi genitori.
Jeff Hanson Collection Omaha Fashion Week, marzo 2013